Nuova edizione di Scuola di Politica ed Economia

Il 15 settembre 2018 riparte la Scuola di Politica ed Economia, giunta alla sedicesima edizione.
Il tema principale del nuovo ciclo riguarda i cambiamenti introdotti dalle nuove tecnologie e che impatto avranno nelle aziende artigiane.
IOT (internet delle cose), Manifattura 4.0, Artigiani Digitali… mostri all’angolo della strada o straordinarie opportunità di crescita? Durante le lezioni racconteremo la frontiera presente e futura della ricerca tecnologica e digitale in Italia e nel mondo e le sue ricadute immediate nella nostra vita quotidiana.Un percorso alla ricerca del vantaggio competitivo rappresentato dalle nuove frontiere della Manifattura 4.0.

IO SONO ARTIGIANO
Trasformare, creare, produrre servizi, vivere e far vivere il nostro territorio, generare valore per sé e per gli altri. Nel mondo digitale tutto questo sta cambiando e il concetto stesso di valore sta assumendo un significato diverso.Il lavoro artigiano avrà un posto anche nel futuro?Il mondo digitale avrà bisogno dei beni e dei servizi generati dall’artigianato?Quale valore economico potrà essere generato nel mondo dell’economia 4.0?Durante il corso saranno offerte nuove prospettive per reinterpretare e reinventare l’offerta dell’impresa artigiana per un mercato che sta cambiandoValori da reinventare, interpretare, offrire ed altrettante opportunità di crescita per le persone e l’impresa. Una Scuola di Alta Formazione in partnership con L’Università degli Studi di Padova che diventa strumento finalizzato ad un progetto condiviso.Un progetto di riposizionamento strategico per le imprese e per il territorio.Un progetto inedito che mira a fornire nuove armi e più potenti strumenti per competere nel mercato.Un fare che diventa sapere che a sua volta apre a nuove opportunità.

Per informazioni e il calendario visualizza il depliant

Giovedì 24 maggio: consegna attestati

Si svolgerà giovedì 24 maggio la consegna degli attestati della Scuola di Politica ed Economia e la presentazione della nuova edizione.
A partire dalle 15.15, presso la Sala Principale di Palazzo Cordellina (in Via Riale 12), dopo il saluto del Presidente di Confartigianato Vicenza, Agostino Bonomo, verranno consegnati gli attestati ai partecipanti degli scorsi anni.

A seguire, l'intervento del prof. Luigino Bruni su “L’economia civile al tempo della rivoluzione digitale”
L’Unione europea ha due velocità, si dice, ed esiste una frattura tra i Paesi del nord, efficienti, patria della finanza, del turbo capitalismo, globalizzati, caratterizzati dalle grandi dimensioni delle loro imprese, e i Paesi del sud, come l’Italia, caratterizzati da piccole e piccolissime imprese a conduzione familiare, che si muovono in un mercato spesso locale, con produzioni d’eccellenza ma dai piccoli numeri, spesso rallentate da servizi onerosi ed inefficienti e dalla mancanza di lungimiranza nelle politiche economiche.
Da questa vulgata nasce in noi un sentimento recondito di inadeguatezza, un atteggiamento da eterno ultimo della classe, una frustrazione che porta ad atteggiamenti di rifiuto delle regole europee e a negare la realtà del nostro mostruoso debito pubblico.
Quasi che dovendo partecipare ad una competizione, l’Italia si fosse ritrovata iscritta in una categoria agonistica che non è la sua e si ritrovasse eternamente a dover inseguire i primi della classifica. Ma se non fosse così?
Se cioè non ci fosse un solo modello di sviluppo economico? Se non fosse vero che o si diventa grandi e globalizzati o si è destinati al declino e all’estinzione? E se un’altra economia fosse possibile (e qui non si parla di decrescita, ma di crescita , eccome, attraverso diversi equilibri e diversi parametri). Perché in fondo qual è il fine ultimo dell’economia se non quello di fornire agli uomini le risorse materiali per essere felici?


Questi temi e questa visione dell’economia è stata applicata con straordinario successo a partire dal medioevo proprio in Italia, ed ha generato ricchezza, bellezza e civiltà per secoli. E le imprese che hanno realizzato tutto ciò erano e sono imprese artigiane.

Economia familiare, di comunità, bene comune, pubblica felicità, reciprocità… esiste una scuola economica nata in Italia ed espressa in particolare nel ‘700 da Antonio Genovese che rappresenta una alternativa alla visione che in quegli stessi anni sarebbe stata teorizzata da Adam Smith e che di lì a poco avrebbe trionfato sulle ali della rivoluzione industriale.
Ora che siamo di fronte alla quarta rivoluzione industriale e quel modello è in crisi a causa di un’altra e più profonda rivoluzione tecnologica, quella digitale, è forse venuto il momento di ripensare alle piccole imprese non più come inseguitrici eternamente in ritardo, ma come espressione di un’altra economia, possibile e necessaria, e a misura d’uomo.